Tra le infinite storie del mare, poche affascinano e inquietano come quella della Mary Celeste, il brigantino che, nel 1872, fu trovato alla deriva nell’Atlantico, senza equipaggio e che da allora è divenuto simbolo di uno dei più grandi misteri della storia nautica. Una nave “fantasma”, con le vele spiegate, che sembra aver continuato il suo viaggio guidata da una forza invisibile, lasciando dietro di sé più domande che risposte.
Tutto inizia il 5 novembre 1872, quando la Mary Celeste salpa da Staten Island, New York, diretta a Genova con un carico di alcol denaturato. A bordo ci sono il capitano Benjamin Spooner Briggs, la moglie Sarah, la loro figlioletta di appena due anni e un equipaggio di sette uomini. Una partenza apparentemente senza intoppi, ma che si trasformerà in una delle vicende più enigmatiche del mare.
Poco meno di un mese dopo, il 4 dicembre, la Mary Celeste viene avvistata dal brigantino Dei Gratia nelle acque tra il Portogallo e le Azzorre. La nave naviga senza controllo, con alcune vele danneggiate, ma senza alcun segno evidente di un naufragio. A bordo, però, regna il silenzio. Il capitano del Dei Gratia, David Morehouse, amico personale di Briggs, ordina una perlustrazione: ciò che il suo primo ufficiale e l’equipaggio trovano a bordo non fa che accrescere il mistero.
Non ci sono segni di lotta, gli oggetti personali sono intatti, così come le scorte di cibo e acqua. Ma non c’è traccia dei marinai, della scialuppa di salvataggio, del sestante e dei documenti di bordo. La stiva contiene circa un metro d’acqua, ma non abbastanza da giustificare un abbandono precipitoso . L’ultimo registro di bordo riporta un’annotazione priva di dettagli rilevanti: la nave ha superato una burrasca. Ma cosa sia successo dopo, resta un enigma.
Ipotesi, leggende e… Arthur Conan Doyle
L’inchiesta ufficiale non approda a nulla, ma apre la porta alle speculazioni. Tra le teorie avanzate nel tempo: un’esplosione accidentale causata dai fumi di alcol, un attacco pirata, un colpo di Stato a bordo o addirittura fenomeni paranormali. La versione più popolare, tuttavia, arriva dalla fantasia di Arthur Conan Doyle, celebre creatore di Sherlock Holmes, che nel 1884 pubblica un racconto ispirato alla Mary Celeste. La sua storia trasforma il brigantino in un simbolo letterario, amplificando il fascino del mistero e consolidandolo nell’immaginario collettivo.
Una nave “maledetta”?
La storia della Mary Celeste non si chiude con il suo recupero. Venduta a nuovi proprietari, passa di mano ben 17 volte. Ogni cambio di comando sembra portare sfortuna: collisioni, danni strutturali, persino un tentativo di frode che finisce male. L’ultimo capitolo si scrive nel 1885, quando la nave si incaglia sulle coste di Haiti durante un incendio doloso, voluto dall’ultimo comandante per truffare l’assicurazione. Come se non bastasse, i soci coinvolti nella frode muoiono in circostanze misteriose o perdono la ragione.
Un enigma senza tempo
Da allora, il mito della Mary Celeste continua a navigare tra libri, film e fumetti, alimentando ipotesi e fascinazioni. Ogni tanto, la realtà riporta l’attenzione su storie simili: nel 2018, per esempio, un cargo indonesiano scomparso da nove anni è stato ritrovato alla deriva. Ma nessuna storia ha mai eguagliato il potere evocativo della Mary Celeste, quella nave fantasma che sembra ancora solcare gli oceani, carica del suo eterno mistero.
Il mare ha i suoi segreti e alcuni, come quello della Mary Celeste, sembrano destinati a rimanere tali per sempre.